Ucraina – Giorno 740 – Cosa c’è nella testa di un atlantista. Sul campo, continua la pressione russa su tutti i fronti. Gli ucraini, facendo intervenire anche le riserve, resistono validamente, ma a Novomikhailovka (forse la battaglia più importante del momento) sono in difficoltà.

Notizie Flash: sono notizie varie, poco o per nulla classificate e di solito con pochi commenti, che segnalo quando ho davvero poco tempo, giusto per non perdere aggiornamenti importanti o potenzialmente tali.




ULTIMO AGGIORNAMENTO: ORE 23:21





Cosa c’è nella testa di un atlantista.
Un esempio istruttivo.


Mi sono imbattuto ieri in un articolo molto interessante, di colui che solo pochi giorni fa ho definito come “forse il più pericoloso tra i NAFO”, perchè (a differenza del 99% di loro) ha una certa quantità di materia grigia: Federico Rampini.

L’articolo è questo:

https://www.corriere.it/esteri/24_marzo_03/idea-dura-morire-siamo-schiavi-geografia-quindi-arrendiamoci-putin-ecco-perche-invece-siamo-atlantici-c8086aac-d958-11ee-8821-7991a0cc0deb.shtml


E’ molto interessante perchè, a fronte delle sensatissime domande fatte da un lettore evidentemente “non atlantista”, le risposte di Rampini mostrano bene “come ragiona un atlantista” (uno che ragiona, ovviamente, mentre moltissimi non ragionano proprio).

E’ un vecchio vizio giornalistico quello di inventarsi lettere dai lettori per poter poi rispondere evidenziando le proprie idee, ma non ho motivo qui di pensare che Rampini abbia fatto lo stesso, e comunque non ha troppa importanza.
O, meglio, ce l’avrebbe perchè se io fossi stato un lettore avrei aggiunto altre domande molto imbarazzanti per gli atlantisti, tipo sull’“abbaiare della NATO alle porte di Mosca”, come un signore autorevole vestito di bianco disse due anni fa, prima di doversi zittire pure lui (!) di fronte alla Narrazione Unica Icontestabile dell’Occidente atlantista.
Ma diciamo che stiamo alle domande che Rampini ha riportato.

In un accesso di generosità (che non mi è usuale) do a Rampini anche il beneficio della buona fede, ovvero che pensi realmente tutto ciò che scrive, invece di essere guidato dal suo ruolo di giornalista filo-NATO che scrive e parla per media super-filo-NATO (il Corriere, La7 …).

Questo è l’articolo, con la sequenza di domande del lettore (su fondo verde) e delle risposte-obiezioni di Rampini (su fondo azzurro, ovviamente … 😉 ).
Le mie considerazioni, inframmezzate al testo dell’articolo, sono sul consueto fondo arancione.

L’idea dura a morire: «Siamo schiavi della geografia quindi arrendiamoci a Putin». Ecco perché, invece, siamo atlantici

di Federico Rampini

Colgo l’occasione offerta dalla visita del presidente del Consiglio alla Casa Bianca, e da una mail di un lettore, per affrontare un tema geopolitico che interessa molti di voi, perché riguarda il destino dell’Italia.

Lo riassumo in una domanda volutamente provocatoria: la posizione geografica dell’Italia la “obbliga” ad essere russofila?

Ci sono anche altri modi per esprimere questo interrogativo, e faccio subito una precisazione: chi pensa che il nostro destino sia eurasiatico anziché atlantico non è per forza un «putiniano». (In generale cerco di non usare etichette infamanti per zittire chi non la pensa come me). Ci sono scuole di pensiero molto diverse – di sinistra, di destra, di centro, non importa – che da tempo contestano il nostro atteggiamento verso la Russia di Putin.
Alcuni autorevoli diplomatici italiani ne fanno parte e non mi riferisco ai pensionati che fanno chiasso nei talkshow; penso a funzionari molto seri, che tacciono il loro dissenso per disciplina e spirito di servizio, ma pensano che siamo su una strada sbagliata. In genere non simpatizzano con Putin, anzi lo giudicano pericoloso e lo detestano.
C’è chi pensa tuttavia che il nostro destino stia scritto nelle carte geografiche e di conseguenza sia obbligatorio trovare un modus vivendi con la Russia. L’antagonismo attuale, secondo questa lettura, sarebbe figlio di un eccessivo allineamento dei governi italiani con gli Stati Uniti. Ecco, appunto, una email recente indirizzata a me, che ne riassume tante altre.

“Rischiare la guerra? Meglio allearsi con Mosca”

Scrive Guido Bocchetta: «Gentile Rampini, apprezzo molto le sue analisi su Africa, India, Arabia, Cina, ecc.. Quello che non capisco delle sue analisi, è per quale motivo l’Europa, o meglio, i paesi europei dovrebbero rischiare guerre per non allearsi con la Russia?
I tedeschi hanno fatto una politica verso l’Est per sessanta anni, e noi dovremmo buttare via questa politica, perché le elites democratiche USA hanno deciso così?
La geografia comanda la storia. Noi siamo vicini della Russia. Allora dobbiamo avere rapporti fruttuosi con lei, non fare la faccia feroce.
La Russia non ha mai invaso la Germania, la Francia, o l’Italia. Perchè dovrebbe farlo? A Lei interessa che le nostre tecnologie, la maggiore cultura scientifica, servano anche al suo sviluppo. Non ha interesse a sviluppare “troppo” la sua partnership con la Cina.
La questione è chiara. Gli USA democratici vogliono guerre in Europa, perché così distruggono il loro concorrente. Grazie. L’Europa ha già dato con l’ultima guerra. Ha perso la sua guerra. Trenta milioni di morti, ed un territorio da ricostruire. Se gli USA vogliono, facciano pure la guerra atomica con la Russia. Ma noi europei, non alzeremo un dito.”

In modo magari un po’ disordinato, appaiono in questa mail dei temi che avete già sentito.
A volte queste tesi sono state sostenute da «putiniani» veri e propri (esistono); altre volte invece da persone che s’ispirano a un certo tipo di realismo in politica estera: guardano ai rapporti di forze, alla geografia, agli interessi.
Tra l’altro alcune di queste tesi hanno dei fautori perfino negli Stati Uniti: l’America non è mai stata una nazione compatta, anche in politica estera è divisa da correnti di pensiero molto diverse. Rispondo a queste affermazioni cominciando dalla fine, perché forse è la parte più provocatoria, e andando a ritroso.


“Se gli Usa vogliono, facciano pure la guerra atomica con la Russia”

Rispondo. No, gli Stati Uniti non vogliono la guerra atomica con la Russia. È Putin che una settimana sì e una no minaccia di usare le sue armi nucleari. Proprio perché l’America non vuole correre neppure un minimo rischio di guerra nucleare, Joe Biden fin dalle prime avvisaglie dell’invasione russa in Ucraina nel febbraio 2022 disse in modo solenne che non avrebbe mai mandato soldati americani a combattere su quel fronte; e che non ci sarebbe mai stata una guerra diretta tra America e Russia per l’Ucraina. Qualcuno pensa che sia stato un errore tattico dare garanzie così forti a Putin, che può averle interpretate quasi come un tacito via libera per l’invasione. Sta di fatto che l’America di oggi non ha il grilletto nucleare facile. Putin almeno a parole sì.
[Putin fin dall’inizio ha messo in chiaro una cosa, ovvero che la guerra nucleare per la Russia è l’ultima opzione che sarà messa in pratica da Mosca SOLO se sarà in pericolo l’integrità, ovvero l’esistenza, della Federazione Russa. E ha ricordato che questo sta scritto nelle direttive strategiche russe ben preesistenti alla guerra in Ucraina. E l’ha opportunamente ricordato perchè l’operazione militare in Ucraina si è resa necessaria (a suo dire, ma secondo me a dire di chiunque abbia un pò di cervello) a causa del fatto che la trasformazione dell’Ucraina, scientemente e costantemente perseguita da dieci anni dalla NATO, è palesemente volta proprio a far dissolvere la Federazione Russa. Dopo una riconquista ucraina del Donbass e della Crimea con le armi, che è l’obiettivo logico e quasi confessato del fatto che l’Occidente abbia usato gli accordi di Minsk per “prendere tempo e armare l’Ucraina”, la prima probabile conseguenza sarebbe stata la caduta del governo Putin e immediatamente sarebbero scoppiate “rivoluzioni arancione”, su basi etnico-religiose, in molte repubbliche della Federazione. Forse entro un solo anno la Federazione sarebbe stata smembrata, con le repubbliche secessioniste comandate da presidenti golpisti al soldo dell’Occidente.
E forse nella stessa Russia sarebbe andato al potere un presidente filo-occidentale.
Una quantità enorme di risorse naturali sarebbe stata messa a disposizione dell’Occidente, dalle repubbliche ex-russe ed ora “amiche”, prima che il cosiddetto “mondo libero” si dedicasse a saldare i conti con la Cina, che non avrebbe più potuto contare sull’alleanza, fosse pure fatta “obtorto collo” e per necessità, con una Federazione Russa che ha il secondo esercito del mondo (e forse il primo in quanto ad efficienza nucleare).
Questo è lo scenario che Putin ha voluto evitare e il motivo per cui ogni tanto ricorda che la Russia dispone dei missili nucleari più potenti al mondo è che ha capito benissimo qual’è il livello intellettualmente infimo dei leader occidentali, anzi in particolare quelli europei e soprattutto qual’è il loro avventurismo autolesionista.]


“L’Europa ha già dato con l’ultima guerra. Ha perso la sua guerra. Trenta milioni di morti, ed un territorio da ricostruire”

“Rispondo. Visto che gli argomenti russofili traboccano di risentimento verso gli Stati Uniti, sarebbe bene ricordare che: 1) La seconda guerra mondiale fu provocata da aggressioni fra europei, in particolare quelle ordite in combutta dalla Germania di Hitler e dall’Unione sovietica di Stalin ai danni della Polonia nel 1939 (il famigerato Patto Molotov-Ribbentrop che Putin deve sempre nascondere quando esalta il ruolo dell’Urss nella lotta ai nazifascismi).
[Questa è una FROTTOLA COLOSSALE, che uno che si picca di occuparsi anche di storia non dovrebbe permettersi di dire. Il patto Molotov-Ribbentrop fu siglato da Stalin, a puro scopo DIFENSIVO TEMPORANEO e senza alcuna contiguità ideologica nè di prospettive, solo dopo averle provate tutte per convincere l’Occidente (Gran Bretagna e Francia in primis) che era l’Unione Sovietica l’unica a poter difendere la Polonia da un futuro attacco nazista. L’antisovietismo viscerale di Gran Bretagna e Polonia fece sì che questa ragionevolissima offerta fu sprezzantemente rifiutata, venne firmato un accordo di difesa tra Regno Unito, Francia e Polonia (che UK e Francia non avevano alcuna possibilità di onorare sul campo) e Hitler si sentì sicuro nell’attaccare la Polonia. I russi, dal canto loro, invasero parte della Polonia per lo stesso identico motivo per cui si erano inutilmente proposti quali difensori della Polonia stessa: mettere quel paese tra la Germania e la Russia, a mò di “cuscinetto”, mentre l’Unione Sovietica si riarmava per poter in seguito difendersi da un’invasione nazista che i russi si aspettavano, anche se qualche anno dopo il 1941. Questa è la storia, che ho ricordato anche qui: https://lostilitacolombino.wordpress.com/2022/05/01/orsini-il-filo-hitleriano/ e qui https://lostilitacolombino.wordpress.com/2022/03/09/letture/ . Rampini poteva davvero evitare di fare “la figura dello Iacoboni” ripetendo le solita storiella da talk-show sul “famigerato patto Ribbentrop-Molotov”.]
L’America fece di tutto per rimanere fuori da quel conflitto, entrò in azione con oltre due anni di ritardo, e in extremis salvò l’Europa occidentale da un destino tragico o sotto il tallone nazista o sotto quello staliniano. 2) La ricostruzione post-bellica dell’Europa occidentale avvenne grazie agli aiuti americani del Piano Marshall. Sempre grazie a quegli aiuti l’Europa occidentale fu incentivata ad unirsi nella Comunità europea, antenata dell’Unione. [Nessuno, neanche i russi, contesta l’importanza e la positività dell’intervento americano nella Seconda Guerra Mondiale. Personalmente sono anche contento di aver vissuto comunque al di qua della “cortina di ferro”, fino a quando l’Occidente almeno difendeva con un minimo di coerenza certi “valori” (libertà di parola, libertà di voto …) e gli USA non chiedevano all’Europa di immolarsi per gli interessi USA. Ovviamente, eravamo “democrazie a sovranità limitata” tanto quanto il paesi dell’Europa dell’Est, dovevamo essere “fedeli alla NATO” e se un paese rischiava di “spostarsi a sinistra” gli USA avevano modo di intervenire anche senza bisogno di golpe, di carri armati e di campi di concentramento per i “comunisti” (quelli li riservavano all’America Latina …), vedi https://lostilitacolombino.wordpress.com/2022/01/26/atlantisti/ .
La situazione attuale è completamente diversa: gli USA non hanno più voglia di mandare propri soldati in giro per il globo a fare i “gendarmi del mondo”, comunque non in tutto il mondo. Hanno adesso il “problema Cina” e stanno chiedendo all’Europa di pensarci da sè a difendere sè stessa PERO’ sempre AL SERVIZIO DEGLI INTERESSI USA!
In sostanza, gli atlantisti alla Rampini ci stanno chiedendo di “morire per Washington”, giustificandolo implicitamente con la gratitudine che dovremmo provare per gli USA che “hanno ricostruito l’Europa grazie al Piano Marshall”.
Io direi che dopo settant’anni e dopo aver svolto diligentemente il nostro ruolo di “atlantisti”, la nostra “gratitudine” mi pare che sia già stata espressa a sufficienza, soprattutto se la richiesta adesso è di andare a suicidarci economicamente, politicamente e pure fisicamente.
Tra l’altro, la “gratitudine” per la ricostruzione post-bellica da Piano Marshall riguarda l’Europa Occidentale, quella dell’Est è stata invece ricostruita dall’Unione Sovietica (con quello che poteva fare con i molti meno soldi che l’URSS aveva rispetto agli USA), quindi Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Polonia ecc., oggi nella UE, non devono neppure ringraziare il sig. Marshall.
Direi che gli atlantisti potrebbero davvero lasciar perdere l’argomentazione “Piano Marshall” (che poi è stato anche un investimento sia politico che economico per gli USA).]


“Gli USA democratici vogliono guerre in Europa, perché così distruggono il loro concorrente”

Rispondo. La Russia, e prima l’Urss, non è mai stata una seria concorrente dell’America. Ha un’economia che vale a stento quella della Spagna, è più piccola dell’Italia o del Canada.
[Rampini qui fa il finto tonto: la Russia E’ una concorrente strategica per gli USA perchè ha un esercito con capacità pressochè pari al suo, almeno come capacità distruttiva, e grandi risorse naturali. Ciò vuol dire che può cercare di espandere la propria influenza senza lasciare agli USA la possibilità di schiacciarla. Dire che la Russia è “economicamente un nano” (che è parzialmente vero) e concludere che perciò “non è rilevante” (che non è vero) è cercare di prendere in giro il prossimo (e forse sè stessi). L’URSS era economicamente molto indietro all’Occidente, però ha avuto influenza su almeno un terzo del globo per quarant’anni.]
L’unica concorrente seria degli Stati Uniti è la Cina. Infatti è la corsa della Repubblica Popolare verso le tecnologie avanzate, quella che l’America cerca di frenare. Della Russia l’attuale Amministrazione Usa, come quelle precedenti, non voleva affatto occuparsi. [Non cercare di prenderci in giro, Rampini. La NATO spinge per fare dell’Ucraina il “cavallo di Troia” dell’Occidente ai confini della Russia da dieci anni (ci ha provato anche con la Georgia, per inciso). Vogliamo credere che “abbia fatto tutto la CIA e/o la NATO”, senza input dalla politica USA? 😀 E’ solo un caso che Victoria Nuland, una che ha prestato servizio in tre amministrazioni Dem (e che in precedenza aveva ricoperto ruoli diplomatici nello United States Foreign Service anche sotto presidenze repubblicane) si occupi da dieci anni di Ucraina, in funzione anti-russa, “sua sponte”?]
Barack Obama la definì «una potenza regionale». Se Biden ha finito per occuparsi dell’Ucraina, in modo riluttante e con molte auto-restrizioni (“mai scarponi Usa sul terreno”, “mai una guerra America-Russia”, e poi tutti i dinieghi sulle forniture di armi capaci di colpire il territorio russo) è solo in seguito ad un’aggressione militare che minaccia gli equilibri europei. [Anche qui, la minaccia posta alla Federazione Russa dall’entrare MILITARMENTE nello schieramento occidentale dell’Ucraina, viene bellamente ignorata da Rampini, qui un vero NAFO]
Putin ha «distratto» l’America dalla sua preoccupazione principale che è la Cina. Poi lo stesso gioco lo ha fatto Hamas con il suo protettore iraniano. [Ecco, adesso “ha stato Putin” anche a Gaza … 😀 Caro Rampini, quando spargi zizzania nel mondo, poi non lamentarti se qualcuno NON CI STA, risponde e “ti distrae”.]

“La geografia comanda la storia. Noi siamo vicini della Russia. Dobbiamo avere rapporti fruttuosi con lei, non fare la faccia feroce”

Rispondo. La geografia è insieme alla storia la mia disciplina favorita. [E meno male … 😀 ] Ho perfino diretto la realizzazione di un nuovo manuale scolastico di Geo-Storia per il biennio. La geografia si presta a utilizzi e interpretazioni diverse. Non c’è dubbio che se guardiamo alla massa terrestre l’Europa è una piccola penisola che fa da appendice all’Eurasia, dove la Russia è la nazione dominante per estensione. Ma c’è anche una geografia dei mari, nella storia umana le acque hanno legato le nazioni almeno altrettanto spesso di quanto le abbiano separate. Vedi il Mare Nostrum, tessuto connettivo di una prima globalizzazione sotto la Pax Romana. In questo senso le grandi autostrade navali, aeree e digitali dell’Oceano Atlantico determinano il destino dell’Italia almeno quanto i legami terrestri con l’Eurasia. In realtà molto di più. È curioso come gli argomenti russofili prescindano dai fatti e dai numeri: l’interscambio commerciale, i flussi di investimenti, gli scambi tecnologici e umani legano molto più l’Italia all’Europa occidentale e al Nordamerica.
I rapporti con la Russia sono sempre stati minuscoli, quelli con l’Ovest enormi. Basta scorrere le statistiche della nostra bilancia dei pagamenti. Se i governi italiani dal 1947 in poi sono atlantici non è perché subiscono dei diktat da Washington, bensì perché fanno la scelta più ovvia e naturale in base agli interessi materiali del paese. [OK: quindi se ci siamo rivolti al gas russo, abbondante, a basso costo e affidabile, è stata una sciocchezza “contro gli interessi materiali dei paesi europei”? Era meglio da subito farci arrivare il gas dagli USA? E’ questo che sta dicendo? Rampini, commenti allora la frase di Borrell (di Borrell, non di Lavrov …): “il gas russo a basso costo e il lavoro cinese a basso costo sono ciò che negli ultimi decenni ha consentito la prosperità dell’Europa”. Avanti, su, ci dica che Borrell è un filo-Putin …]
Poi c’è anche la comunanza di valori: democrazia libertà eccetera. Ma oserei dire che questa affinità valoriale, per quanto mi seduca (soprattutto a poche ore dai funerali di Navalny), non è così importante. Anche l’Australia, la Nuova Zelanda e il Giappone sono democrazie liberali, però questo non ci lega a loro in modo altrettanto forte. È dai tempi di Cristoforo Colombo, poi della Rivoluzione americana, poi delle grandi migrazioni dei nostri antenati, poi delle due guerre mondiali, che l’Europa cominciò a costruire una forte comunità atlantica e questa pesa per il nostro destino geopolitico. [Bene, almeno non la butta sui “valori”, anche perchè si aprirebbe il problema se siano davvero (o siano solo) valori o anche colonizzazione culturale, per cui noi sappiamo tutto dell'”Epopea del West” e guardiamo in continuazione film hollywoodiani, mentre a parte Kurosawa e due cose sui samurai non ne sappiamo quasi niente degli shogunati]



“La Russia non ha mai invaso la Germania, la Francia, o l’Italia. Perché dovrebbe farlo? A Lei interessa che le nostre tecnologie, la maggiore cultura scientifica, servano anche al suo sviluppo. Non ha interesse a sviluppare “troppo” la sua partnership con la Cina.”

Rispondo. Per cominciare, che la Russia non abbia mai invaso i tre maggiori paesi dell’Europa continentale non è del tutto esatto. Le truppe di Stalin alla fine della seconda guerra mondiale occuparono parte della Germania (dopo che Stalin stesso aveva tentato di spartirsi l’Europa con Hitler nel 1939). La Germania Est fu un protettorato sovietico dal 1945 fino al 1989. [Lo “storico” Rampini dimentica (o finge di dimenticare) che la Repubblica Democratica Tedesca è stata costituita (7 ottobre 1949) DOPO la nascita della Repubblica Federale Tedesca (9 maggio 1949)! Come nel caso del Patto di Varsavia, costituito ben SEI ANNI DOPO (!!!) la NATO, e proprio a causa dell’entrata nella NATO della RFT, è stato l’Occidente a decidere la divisione della Germania. Lo “storico” Rampini, al solito, rovescia la realtà.]
Se l’Urss ha occupato solo la metà Est della Germania, se attraverso la sua presenza nei Balcani non è riuscita ad allargare la sua sfera d’influenza in Italia o in Grecia, è perché l’America e la Nato erano in grado d’impedirglielo. [Il bue che dice “cornuto” all’asino … Guarda caso, non appena l’URSS è crollata e il Patto di Varsavia si è dissolto, la NATO ha cominciato subito ad espandersi verso Est. Si può perciò dire che l’espansione dell’URSS verso Ovest se non ci fosse stata la NATO è una (consistente) probabilità, ma l’espansione verso Est in mancanza dell’URSS e del Patto di Varsavia è REALTA’ STORICA. E’ davvero così impossibile, a Rampini e agli atlantisti, non mettersi un attimo nei panni dei Russi? Si direbbe di si, che proprio non ce la facciano …]
E’ vero che Putin legandosi alla Cina ha compiuto una scelta nefasta, che nel lungo periodo ridurrà la Russia allo status di una colonia cinese sotto gli aspetti economico, tecnologico, finanziario. E’ uno dei suoi errori, il prezzo che sta pagando perché ha deciso che noi siamo i suoi nemici. [Qui siamo in parte al wishful-thinking, in parte allo squallido rovesciamento della realtà. Wishful-thinking perchè l’evolversi dei rapporti russo-cinesi in termini catastrofici è una cosa di cui adesso non si vedono cenni e comunque neanche il Mago Rampini, esperto sinologo, credo che abbia la palla di vetro. Rovesciamento della realtà perchè è del tutto EVIDENTE che è l’Occidente ad aver designato la Russia quale nemico, non il viceversa. E’ Biden ad aver definito Putin “un assassino”, nel marzo 2021, UN ANNO PRIMA dello scoppiare della guerra in Ucraina. Crede Rampini che noi siamo così’ distratti dal non ricordarcelo?]
Se avesse davvero a cuore il progresso scientifico e tecnologico, umano e civile del suo popolo, dovrebbe cercare di sviluppare una politica amichevole verso l’Occidente, anziché tentare di ricattarci con il gas (prima) o terrorizzarci con l’arma nucleare (ora). Quando i russi si accorgeranno di essere diventati subalterni alla Cina sarà già troppo tardi. [Qui me la potrei cavare con un ROTFL!, per usare le vecchie emoticon testuali, ma in realtà non riesco a ridere quando vedo qualcuno che MENTE dicendo che i russi “ci hanno ricattato con il gas”, menzogna particolarmente odiosa se fatta da parte di uno che sta da quella parte “atlantista” che ha fatto saltare il North Stream per evitare che si riprendesse quella fornitura di gas. Qui siamo veramente alla “faccia come il culo”. Sul “terrorismo nucleare di Putin” e sulla “subalternità russa alla Cina” ho già detto la mia e non ci ritorno sopra.]


“I tedeschi hanno fatto una politica verso l’Est per sessanta anni, e noi dovremmo buttare via questa politica, perché le elites democratiche USA hanno deciso così?”

Rispondo. La Germania ha avuto varie fasi nella sua politica verso l’Est. La più celebre resta la Ostpolitik varata a partire dal 1969 dal cancelliere socialdemocratico Willy Brandt. Il suo degno erede fu il socialdemocratico Gerhard Schroeder, di cui l’attuale cancelliere Olaf Scholz avrebbe volentieri raccolto il testimone se non ci fosse stata l’invasione dell’Ucraina. Qual era il filo conduttore di quella Ostpolitik? L’idea che il commercio genera legami, comprensione, pace. Dunque i tedeschi svilupparono i rapporti economici con l’Urss convinti che l’avrebbero resa migliore e meno aggressiva. Non è andata così. Willy Brandt finì la sua brillante carriera con uno scandalo perché si scoprì circondato di spie sovietiche. L’Urss cambiò, cioè il comunismo crollò, perché la guerra fredda fu vinta dall’America di Ronald Reagan non dalla Volkswagen. L’idea che il commercio impedisce le guerre è un’antica illusione: all’inizio del Novecento l’interscambio commerciale e finanziario tra l’impero inglese e il Reich tedesco erano così intensi che qualcuno teorizzò l’impossibilità di una guerra fra loro. Finì come sappiamo. Anche alcuni leader americani si sono illusi di trasformare la Cina in una democrazia integrandola nella globalizzazione. Non è andata così. [Innanzitutto, l’idea di commerciare per spingere altri paesi a cambiare regime politico, ovvero “farle diventare democrazie” (come ci piace dire in Occidente), non credo sia mai stato il motore di ALCUNA strategia economica nel mercato internazionale. L’Occidente ha fatto affari, anzi ha li pure resi alleati militari e politici!, con paesi come l’Arabia Saudita che sono tra i meno democratici del globo (l’Arabia Saudita, il Qatar e gli Emirato Arabi Uniti sono MONARCHIE ASSOLUTE, stile “Re Sole”, tanto per capirci …). Nè ha senso dire che la globalizzazione è stata fatta “con l’illusione di trasformare la Cina in una democrazia”: è stata fatta per SFRUTTARE il lavoro cinese a basso costo, secondo i “buoni dettami” del capitalismo, fregandosene altamente della non-democrazia cinese (che, anzi, probabilmente è sempre stata vista favorevolmente, e meno favorevolmente invece una possibile democratizzazione che, con rivendicazioni sindacali, avrebbe potuto far alzare quel costo).
Tantomeno, vorrei vedere chi abbia mai messo la mano sul fuoco pensando che “se commercio con X, non ci faremo mai la guerra”. Rampini non ha l’esclusiva della memoria storica, anzi …

Gli accordi commerciali si fanno per motivi di CONVENIENZA economica, quando convengono, oggi come ieri e come domani.
Il gas russo, e in generale gli accordi commerciali con la Russia si sono fatti perchè CONVENIVANO, all’Europa per aver una fonte energetica a basso costo (e da un fornitore impeccabile come serietà) e per avere comunque spazi commerciali in un mercato di 143 milioni di persone, non proprio piccolissimo e in gran parte “occidentalizzato” come modo di vita (un pò meno come modo di pensare, per loro fortuna …).
Ripeto di nuovo, è ciò che, in modo spudoratamente sincero, ha detto Borrell: il gas russo a basso costo non c’è più e stanno per sparire i rapporti con la Cina che ci hanno consentito di sfruttare il lavoro a basso costo (ma sempre più affidabile e sofisticato, anno dopo anno) in quel paese.
In pratica, PER SEGUIRE GLI OBIETTIVI GEOPOLITICI DEGLI USA (Russia e Cina) l’Europa SI STA SUICIDANDO.
Grazie agli USA e agli “atlantisti” alla Rampini (che sono, quelli più intelligenti, anche i più CORRESPONSABILI DEL “SUICIDIO”).]

Concludo. In alcune mie analisi recenti ho espresso apprezzamento per l’idea di Macron di mandare soldati europei in Ucraina. [Chissà perchè non mi stupisco …] Credo che sarà essenziale soprattutto dopo un armistizio in cui l’Ucraina venga costretta ad accettare un’amputazione territoriale, e visto che l’armistizio verrebbe usato da Putin per preparare altre guerre. [Classica assurdità NAFO, che non tiene conto del PERCHE’ questa guerra è scoppiata, o probabilmente NON VUOLE tenerne conto perchè altrimenti se ne andrebbe subito la narrazione di “Putin che vuole ricreare l’Impero Russo”.]
Il mio apprezzamento per quell’idea di Macron mi è valso l’accusa di volere una guerra che coinvolga tutta l’Europa. È vero il contrario. Putin fermerà le sue guerre solo quando capirà di avere di fronte un ostacolo serio. Perché ha aggredito l’Ucraina e non l’Estonia? Perché l’Estonia fa parte della Nato, e almeno finora l’articolo 5 del Patto Atlantico ha avuto un effetto deterrente. [EH? Io pensavo che fosse anche perchè l’Estonia, uno “sputo” di paesucolo russofobo (nonostante una minoranza russa piuttosto emarginata da trent’anni, ma non repressa con le armi e senza avere una “regione russofona” bombardata ogni giorno) non aveva comunque la possibilità di far scoppiare rivolte nazionaliste nella Federazione Russa, nè di minacciare seriamente la Russia dal punto di vista militare. Vorrei anche far notare che l’Estonia, come gli altri paesi baltici è entrata nella NATO solo nel 2004, con Putin che era Presidente già da quattro anni, e che se quest’ultimo avesse voluto attaccarla ne avrebbe avuto la possibilità, prima che aderisse all’Alleanza (tra l’altro, anche la Seconda Guerra Cecena nel 2004 era praticamente già conclusa da quattro anni, non si potrebbe neppure dire che Putin era “distratto” per questo).]
I soldati europei in Ucraina avrebbero senso non per trascinare tutti noi in una guerra, bensì per fermare finalmente l’escalation delle aggressioni russe. A questo i più cinici possono obiettarmi che comunque le mire espansioniste di Putin guardano altrove, ben lontano da noi: dopo l’Ucraina, Putin ha fatto capire di voler soggiogare la Moldovia, e di voler ricostruire una sfera d’influenza russa nell’area del Baltico. Che ce ne può importare a noi italiani, se scivolano di nuovo dentro la sfera moscovita Varsavia e Riga?
[Questo è pazzo. Prima dice che lo “scudo” dell’Art.5 della NATO funziona, poi dice che Polonia e Lettonia potrebbero ricadere sotto la “sfera di influenza russa”. Come? Militarmente no, perchè c’è la NATO. Politicamente, con governi filo-russi? Dato che noi siamo nei “paesi democratici”, dove ci sono le elezioni (vabbè, ci sono anche in Russia, ma tralasciamo …), non resta che concludere che “è la democrazia, bellezza”. E poi, si rincuori Rampini, primo perchè è molto improbabile che in quei paesi vincano dei partiti filo-russi, casomai potrebbero vincere partiti non così ostili alla Russia (vedi Fico in Slovacchia oppure Orban in Ungheria, che evidentemente sono già “troppo eretici” per gli atlantisti), secondo perchè la NATO e la CIA possono sempre ricorrere ai loro soliti metodi: terrorismo, assassinii politici ecc. per far “rientrare nei ranghi” quei paesi. Sul “soggiogare la Moldavia”, chi legge questo blog può essersi già fatto un’idea abbastanza chiara su “chi minaccia chi”]
Dire questo significa dimenticare la storia. La Russia ha sempre voluto essere un attore dominante anche nei Balcani, cioè al confine con l’Italia del Nord-Est. Le ultime guerre dei Balcani, fino al Kosovo 1999, avrebbero avuto ben altro esito se dietro la Serbia ci fosse stata la Russia di oggi. L’idea che i regimi imperialisti, militaristi ed espansionisti si fermano da soli, avendo placato i propri appetiti di conquista, non ha agganci nella storia.
[Incredibile, no? Il “regime imperialista, militarista ed espansionista” è quello che SI DIFENDE dall’espansione dell’avversario verso Est, non quello che SI STA ESPANDENDO!

A proposito di Guerra del Kosovo, una vergogna della NATO incautamente citata dal Rampini (e sulla quale consiglio il libro “Menzogne di guerra. Le bugie della NATO e le loro vittime nel conflitto per il Kosovo” di Jürgen Elsässer), se la Russia avesse avuto un accordo militare con la Serbia quest’ultima non sarebbe stata attaccata proditoriamente dalla NATO, al di fuori perfino della “foglia di fico ONU”.
Quindi gli atlantisti ringrazino che il Patto di Varsavia non c’è più da trent’anni, se no la loro aggressività sarebbe stata tenuta a bada molto meglio. Cosa che purtroppo non è stato, fino a quando, il 24 febbraio 2022, i russi hanno detto “adesso basta”.

E’ incredibile, e meno male che “la storia è una delle sue materie preferite” …

Rampini non lo sa, e non lo può capire, ma i russi stanno facendo del bene anche a noi, ovviamente per difendersi dall’espansione della NATO ma oggettivamente lavorando per ricostruire una situazione stabile in cui nessuno cerchi di far saltare in aria l’avversario, come è stato per quarant’anni, fino alla caduta del Muro.
Dove ci sta venendo del male, e ci sta venendo, è solo ed esclusivamente per COLPA NOSTRA, ovvero per seguire la follia della NATO e dell’amministrazione Biden.
Chi ‘è causa del suo mal pianga sè stesso, invece di dire che è colpa di Putin.]






Relazione sulla prima linea per la mattina del 04/03/2024
(da WarGonzo):

⚡️Relazione sulla prima linea per la mattina del 04/03/2024⚡️

Nella direzione di Zaporozhye, le forze armate russe, dopo i bombardamenti di artiglieria, hanno attaccato gli approcci meridionali al villaggio di Rabotino. Le posizioni ucraine a Pyatikhatki, Malaya Tokmachka, Gulyaypole e Malinovka sono sotto attacco. L’artiglieria delle forze armate ucraine ha lavorato contro le unità russe a Zherebyanki, Kopany, Novoprokopovka e Verbovoy. (Fig. 1)

Il fronte di Donetsk continua a bruciare. Le forze armate russe continuano l’assalto a Novomikhailovka da sud, est e nord-est. Si sforzano anche di sviluppare il successo di Pobeda. Le unità ucraine oppongono una feroce resistenza. Con il supporto di armi a lungo raggio, le forze armate russe hanno effettuato operazioni offensive vicino a Georgievka, nella periferia meridionale e orientale della città di Krasnogorovka. C’è stato anche un attacco a Nevelskoye, Tonenkoye, Orlovka e Berdychi. LBS non è cambiato in modo significativo. Sotto il fuoco, le posizioni ucraine a Konstantinovka (da non confondere con l’insediamento omonimo a sud-ovest di Bakhmut), Paraskovyevka, Kurakhov, Pervomaisky, controllate dalle forze armate ucraine Novobakhmutovka (l’insediamento omonimo a est delle Forze Armate russe), New York e Severny (insediamento a nord-ovest di Gorlovka). Quelli russi sono a Marinka, Donetsk, Avdeevka e Gorlovka. (Fig. 2)

In direzione di Bakhmut, le forze armate russe, dopo i bombardamenti di artiglieria, hanno cercato di sfondare le difese delle forze armate ucraine ad Andreevka. Hanno anche effettuato operazioni d’assalto vicino a Kleshcheevka. Questa volta da sud-est e sulle alture a nord-ovest del villaggio. Inoltre, le truppe russe attaccarono a Ivanovsky e Bogdanovka. Le armi russe a lungo raggio operarono contro le forze armate ucraine a Chasovoy Yar, Vasyukovka e Razdolovka. Ucraino nelle forze armate RF a Bakhmut e Yagodnoye. (figura 3)

In direzione di Lugansk, le forze armate russe, con il supporto dell’artiglieria, riuscirono ad avanzare a Yampolevka e Ternov, spingendo sempre più le forze armate ucraine verso il fiume Zherebets. Ci sono dure battaglie in arrivo a Tabaevka. Le posizioni ucraine a Belogorovka, Torskoye, Nevsky, Berestovoy e Peschanoye sono sotto attacco. (Fig. 4)”





Novomikhailovka, a Sud di Marinka.
Gli ucraini sono in difficoltà.





Gli ucraini scavano trincee e linee difensive in tutte le retrovie.

Un pò in ritardo, ma queste difese dovrebbero riuscire a rallentare in futuro i russi.
Ai quali conviene spingere a fondo finchè è possibile e finchè il terreno lo consente (fra un pò dovrebbe arrivare la “rasputiza” primaverile).





Una stima delle perdite ucraine, dopo due anni.

Mi sembra molto plausibile, in linea con ciò che pensavo.
350 morti al giorno in media, in due anni, considerando l’accelerazione nella guerra di logoramento fatta dai russi nel 2023 è del tutto plausibile.
Poi in effetti c’è da vedere quanti altri ve ne sono tra i dispersi e quanti sono i feriti “disabilitati in permanenza”.

P.S.:
noto che non sono però riuscito a trovare la fonte originale da Rybar, spero che la citazione sia corretta.





🇺🇦🖇 Il Washington Post ha attirato l’attenzione sui problemi del regime di Kiev nel reclutamento del personale e nella riduzione del numero di unità pronte al combattimento, che ha visto anche come motivo della recente ritirata delle forze armate ucraine da Avdeevka.

Nell’articolo, i giornalisti sottolineano che la leadership del cosiddetto. L’Ucraina non ha mai adottato una legge sull’espansione della mobilitazione, che è stata sottoposta a revisione. Notano anche il generale declino morale della popolazione dopo due anni di guerra e le grandi aspettative non soddisfatte, create artificialmente dalla propaganda locale.

Eppure gli autori esagerano deliberatamente il quadro: nonostante tutte le difficoltà della vita reale, le formazioni ucraine hanno ancora abbastanza forza lavoro. Anche il potenziale di mobilitazione del regime di Kiev è lungi dall’essere esaurito, e né oggi né domani il fronte delle forze armate ucraine crollerà a causa della carenza di uomini.

Ma il vero messaggio dell’articolo può essere letto tra le righe: senza un nuovo appello su larga scala, il regime di Kiev potrebbe non aspettarsi grandi forniture di armi dagli Stati Uniti. Dopotutto, la mobilitazione totale è una parte inevitabile del piano di “guerra all’ultimo ucraino”, da cui provengono gli sponsor del cosiddetto. L’Ucraina non intende ancora deviare.”












Anche gli F-35 vengono già usati in Ucraina?








Riassunto dei fronti per il 4 marzo 2024 alle ore 19:25
(da SITREP):

⚡️ 🇷🇺🇺🇦⚔️ #Riassunto dei fronti per il 4 marzo 2024 alle ore 19:25⚡️

🔻 Direzione #Kherson :
🟡 Nel settore #Kherson , la nostra aviazione sta colpendo l’area delle “dacie” vicino al ponte #Antonovsky . Sono stati colpiti due punti di controllo UAV dell’AFU nell’area #Antonovka .
🟡 Nel settore #Tyaginka , hanno raggiunto anche posizioni a Krynki e a Kozachi Laheri.
📌 È aumentata l’attività delle AFU sulla sponda destra. Stanno ancora cercando di fornire riserve ai trampolini.

🔻 Direzione #Zaporozhye :
🟡 Nella sezione #Orekhov , a #Rabotino , il nostro esercito sta attaccando le posizioni delle AFU con l’appoggio di veicoli corazzati. Una roccaforte importante è stata colpita dagli equipaggi dei carri armati. Le AFU si stanno riprendendo attivamente. Ci sono sciami di droni nel cielo e hanno molte riserve. Secondo i rapporti sul campo, il nemico riesce a frenare l’avanzata del nostro esercito.

🔻 Direzione #SouthDonetsk :
🟡 Nel settore #Maryinka , le nostre forze sono avanzate nel centro di #Novomikhaylovka dalla periferia meridionale. La nostra pressione continua dai versanti orientale e nordorientale. È in corso anche l’operazione per liberare #Krasnogorovka . L’AFU contrattacca localmente, ma senza successo. La nostra aviazione e l’artiglieria pesante stanno lavorando attivamente.
📌 #Novomikhaylovka è di importanza strategica per l’AFU, la sua perdita mette in serio rischio il Gruppo AFU Ugledar. Pertanto, il nemico si aggrappa a ogni casa, ma la nostra conduce ancora un’offensiva sistematica.

🔻 Direzione #Avdeyevka :
🟡 Nel settore #Orlovka il nemico continua a frenare la nostra offensiva sulla linea #Berdychi – #Orlovka – #Tonenkoye . Le AFU utilizzano a questo scopo tutte le riserve, cercando di preparare nuove linee di difesa.
📌La superiorità numerica decide molto. Se il nostro esercito riesce a ripristinarlo, e in più punti contemporaneamente, le AFU, in primo luogo, non avranno il tempo di scavare completamente a ovest di #Avdeyevka e, in secondo luogo, non avranno riserve da smaltire, le forze saranno necessarie ovunque e subito.

🔻 Direzione #Bakhmut :
🟡 Nel settore #ChasovYar , i nostri attacchi continuano a #Ivanovskoye ( #Krasnoye ), ma finora la linea del fronte non è cambiata. A #Bogdanovka le truppe ucraine resistono con grande tenacia.

🔻 Direzione #Svatovo :
🟡 Nel settore #Seversk , il nostro esercito è avanzato verso la periferia orientale di #Belogorovka . Finora senza successo serio, ma con la conservazione dell’iniziativa.
🟡 Nel settore #Liman ci sono battaglie imminenti a #Terny e #Yampolovka .
🟡 Nel settore #Kupyansk , a #Tabayevka e #Sinkovka .

☠️ Nella regione di Samara , al mattino, è stato fatto saltare il sostegno di un ponte ferroviario e lì sono stati rinvenuti due ordigni esplosivi improvvisati non fatti esplodere. Fortunatamente non ci sono state vittime né danni gravi. L’intelligence ucraina si è presa la responsabilità del sabotaggio.”





Cronaca dell’operazione militare speciale per il 4 marzo 2024
(da Rybar):

🇷🇺🇺🇦 Cronaca dell’operazione militare speciale per il 4 marzo 2024

Le truppe russe continuano a colpire le posizioni delle forze armate ucraine nelle zone del fronte della cosiddetta Ucraina. Le forze aerospaziali russe hanno effettuato attacchi aerei su Yamnoye , Volchansk e Bobilovka . I droni hanno attaccato luoghi in cui erano concentrati manodopera e attrezzature nemiche a Novodmitrovka , Gulyai-Polye e Katerynivka .

Formazioni ucraine hanno danneggiato con una carica aerea un ponte ferroviario sul fiume Chapaevka nella regione di Samara: al momento il suo funzionamento è stato parzialmente ripristinato.

Nella zona del Distretto Militare Settentrionale, l’esercito russo continua ad avanzare in diversi settori.
In direzione di Bakhmut, le forze armate russe stanno liberando le zone controllate di Krasny ( Ivanovskij ), spingendo fuori le truppe ucraine dalla periferia sud-occidentale del villaggio. A nord, le unità d’assalto attaccano le posizioni delle forze armate ucraine nella zona di Bogdanovka e vicino alla foresta Popovsky.

In direzione di Donetsk, le truppe russe si trincerarono in via Shkolnaya a Krasnogorovka e iniziarono una battaglia sulla parallela via 8 marzo . Secondo gli ultimi dati, a Georgievka , unità avanzate delle forze armate russe sono avanzate verso il centro, in via Molodezhnaya .

Formazioni ucraine in direzione Zaporozhye riprendono i contrattacchi nella zona di Rabotino con la partecipazione di nuove unità ridistribuite in prima linea. Il personale militare russo è riuscito a mantenere le proprie posizioni e a riprendere il controllo su quelle che aveva perso in precedenza.”




Alle ore 23:10:




Una formazione di cacciabombardieri pesanti Sukhoi Su-34.





4 pensieri su “Ucraina – Giorno 740 – Cosa c’è nella testa di un atlantista. Sul campo, continua la pressione russa su tutti i fronti. Gli ucraini, facendo intervenire anche le riserve, resistono validamente, ma a Novomikhailovka (forse la battaglia più importante del momento) sono in difficoltà.

  1. Leonardo

    Mai notato che Rampini assomiglia sempre di più a Bilbo Baggins nella scena de La Compagnia dell’Anello in cui per un attimo è preda di un raptus che lo spinge a cercare di ghermire l’anello che Frodo porta al collo?

    La frustrazione deve fare brutti scherzi…

    Comunque, la storiella dell’economia russa delle dimensioni di quella della Spagna è uno dei classici archetipici cavalli di battaglia degli atlantisti che finora non hanno capito una beneamata mazza di questa guerra. Quelli che pensavano di piegare la Russia con le sanzioni perché confondevano le economie iperterziarizzate e iperfinanziarizzate dei loro Paesi con quella russa.

    La Russia è la sesta economia del mondo a Parità di Potere d’Acquisto e i consumi di materie prime ed energia dimostrano che si tratta di una economia di tutto rispetto, dalle dimensioni più che doppie rispetto a quelle della Spagna.

    Ma la gente come Rampini si limita a leggere i PIL nominali rispetto al dollaro e quindi poi non si raccapezza della ragione per cui la Russia sostiene quasi completamenet da sola uno sforzo bellico che Europa e Stati Uniti insieme al momento non sono in grado di eguagliare…

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    1. Colombino Stilita

      Ah, il collegamento con Bilbo che rivorrebbe “il suo tesssoro” non l’avevo fatto, ma è vero! 😀

      Chissà qual’è il “tesssoro” che sta più a cuore a Rampini …
      Suppongo che una pagina del Corriere della Sera con il titolo “Putin sconfitto, il trionfo di Zelensky e dell’Occidente!” potrebbe essere agognatissima! 😉
      Vabbè, dovrà attendere, credo …

      Quella di Rampini sull’economia russa, si, è la tipica solfa da propagandista della NATO, nulla di che.

      In generale, non sono particolarmente impressionato dalle argomentazioni di Rampini, non le ho trovate particolarmente acute.
      Del resto, quelli sono gli “argomenti” che gli atlantisti hanno, non è che se ne possano inventare molti altri.

      Quello che mi fa davvero impressione, come ho notato nei miei commenti, è che sembrano realmente incapaci di mettersi nei panni dei russi, neanche per un momento.

      Sono realmente così incapaci o fanno finta di esserlo?
      Per uno come Rampini posso anche pensare che faccia finta, ma comunque non ci giurerei, mentre per la maggior parte dei filo-NATO scommetto che proprio “non ci arrivano”.

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      1. Tonino

        Non credo faccia finta: il potere ha tutto l’interesse a selezionare e promuovere ai posti più importanti le persone che queste cose le pensano per davvero. È famoso l’aneddoto di Noam Chomsky che, intervistato da un giornalista di punta della BBC che rivendica la propria indipendenza di pensiero, gli dice “non dubito che tu pensi realmente le cose che stai dicendo, ma se pensassi cose diverse saresti lo stesso seduto su quella sedia?”

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      2. Colombino Stilita

        Questo è vero.
        C’è da chiedersi cosa accade allora quando la “narrazione” deve cambiare, volente o nolente, pensiamo al (in questo momento impossibile) miglioramento delle relazioni con la Russia.
        A questo punto effettivamente la migliore scelta del potere è quella, semplicemente, di sostituire il giornalista o l'”esperto” di turno (tanto più che per fare da ripetitore propagandistico, in un senso o nell’altro, non serve neppure una gran professionalità).
        Credo tu abbia ragione.

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